FINITO IL BEL TEMPO!

 

Egumteatro

 

“Il sogno è l’eco della nostra vita, ripercosso tra le vane ombre del nulla”  Andrea Emo

1)     Ci vuole qualcuno che guardi l’azione. Ci vuole uno sguardo. Più di uno. Un gruppo di osservatori. Occhi esterni.

2)     L’immagine: una stanza bianca. Meglio: una stanza imbiancata, una patina di bianco su tutto. Tavolo, bicchieri, posate, orologio, letto, frigorifero. Una stanza truccata, come un viso. Tutto si svolge lì dentro. Tra gli spettatori e l’azione una parete di PVC trasparente. Una lente ottica?

3)     L’azione: la giornata di un uomo anziano. Nient’altro. Un tempo scandito: colazione, pranzo, cena. Un tempo ritrovato, voci che arrivano.

           Pensieri, ricordi, un passato a pezzi, un presente inafferrabile.

Immagini sonore, musica, rumori. Tutto comincia così. Nel tempo della vita, nel ritmo quotidiano, nella noia di tutti i giorni, le solite azioni necessarie. Azioni che ricordano l’immaginario di Beckett: mettersi le scarpe, pettinarsi, lavarsi le mani o il viso o i piedi, mangiare, sistemare un quadro alla parete, salire su di una scala e guardare fuori da una finestra. Atti senza parole. E d’altra parte, perché parlare quando si è soli. Da tanti anni

 

C’è un uomo in quella stanza. Ha circa sessantacinque anni. Non si sa da quanto tempo si trovi lì. Non sembra trovarcisi male. Si direbbe a suo agio. Credo ami quella sua tana trasparente.

Trascorre del tempo. Le azioni e le immagini sonore diventano più leggibili. Quello non è un giorno come tutti gli altri. L’uomo prepara una festa. Aspetta qualcuno?

Fa pulizia, cambia la tovaglia, le tende alle finestre. Ha un vestito da festa.

Una festa per se stesso?

Da un cassetto tira fuori una pistola. Prova a sparare. Niente colpo. Dove sono le pallottole? Cerca. Le trova. Ok. Pistola carica. La appoggia sul tavolo. Manca qualcosa. I fiori. Dove c’è un morto ci sono sempre dei fiori.

 

4)     Le voci: i suoi pensieri, voci di gente che ha conosciuto, di gente appena vista, voci senza volto, parole senza più rapporto con il mondo. Dicono di lui. Giudici e giudizi. Il tribunale degli altri.

 

5)     Fine: tutto è pronto. L’immagine è compiuta. Oggetti vari. Animali morti (perché?). Quadri e fiori (cosa c’entra?). Manca il gesto. Dovrebbe essere vigoroso, eclatante, teatrale. La pistola è carica, cosa succederà? E prima che inizi il teatro…Fine.